Ecco la traccia del tema 2015: “Confini”
“Oggi, grazie alle neuroscienze, sappiamo che i processi cognitivi umani sottostanno ad un certo numero di schemi creati evolutivamente e, quindi, acquisiti prima della nascita. Una sorta di sottostrutture della neocorteccia su cui poi verranno edificate tutte le infinite individualità plasmate culturalmente.
Oltre alla predisposizione a parlare e a relazionarsi con il trascendente, esiste anche quella relativa alla curiosità. Quindi gli uomini sono nati, tra le altre cose, per comunicare oralmente, per credere in qualcosa e per esplorare.
Non rispettare queste propensioni significa alienarsi e, in un certo senso, disumanizzarsi.
Ma se l’uomo sente da sempre la necessità di conoscere e di esplorare gli universi che si trovano oltre le colline che lo circondano, quali sono i confini per l’umanità moderna?
Il confine, dunque, non inteso come recinto, delimitazione o steccato, ma piuttosto come limite, estremità, orizzonte.
A pensarci bene l’idea di orizzonte richiama alla nostra mente concetti bizzarri. Ci appare reale in quanto identificabile ma, nello stesso tempo, anche irraggiungibile. Si sposta con noi precludendoci in ogni modo la possibilità di raggiungere l’ambito traguardo, rappresentato forse da un luogo che non c’è.
Esistono molti tipi di orizzonti: quelli fisici e geografici – basti pensare alle epopee legate alle grandi scoperte geografiche del passato – ma anche a quelli psicologici e di tipo introspettivo. Ci sentiamo persi quando riflettiamo sugli sconfinati spazi dell’universo così come intimoriti dalla profondità del baratro che si trova dentro la nostra coscienza. Eppure la marcia e la ricerca non può essere interrotta, il cammino deve proseguire.
Sarebbe quindi interessante analizzare, in chiave fantascientifica, quali sogni e quali incubi per l’uomo moderno si celano oltre ogni confine, là dove nessun uomo è mai giunto prima.”