Matilde Maria Bisegna
Opera 1^ classificata
È inverno
Un sole di perla
raggela il cielo pallido.
L’aria inquieta e livida
toglie colore alla terra
e raccoglie il sospiro stanco
dell’ultimo albero assonnato.
Le case senz’ombra
racchiudono la loro fragilità.
Le strade, mute e sole,
vanno senza vita
verso l’orizzonte lontano.
Natascia Milani
Opera 2^ classificata
Anima
E rimarrò in silenzio…
voce che mi chiami
a scrivere la vita.
Nel respiro, troverò
il giorno e seducenti parole.
La sera e il declinare verso l’eterno.
Ascolterò recisi abbandoni
in pallidi sogni e in fogli strappati.
Si perdono passi nell’ombra
e nascono sguardi di cielo.
In questo divenire indifferente,
il fruscio di memorie e l’agonia
di vecchie stagioni.
Tra ultime rose,
fragili albe e l’infinito profondo.
Soffia il vento fra le fronde
di un nespolo spoglio
tra prati d’attesa.
E dolce sarà il riverbero sul cuore,
in questa notte di solitudine.
Giuseppe Raineri
Opera 3^ classificata
Il gabbiano
Siedo distratto di fronte ad un mare agitato
schiaffeggiati entrambi dal vento del sud
colmo di un’inspiegabile, fastidiosa inerzia.
Le onde rumoreggiano
leggo potenza, forza
ma non avverto minacce.
La schiuma di flutti ormai flebili mi lambisce
mentre aria salmastra riempie le narici.
Un gabbiano governa le correnti
ad ali spiegate, ferme
veleggia padrone della sua vita
come non lo sono mai stato della mia.
Invecchiare ogni istante ora e qui non mi spaventa,
mi turbano piuttosto, mi infastidiscono
i riti, gli obblighi, i rimpianti, la commiserazione, la pena
a contorno del mio deperire.
Allontano con un gesto i pensieri grevi.
Volgo lo sguardo nuovamente al cielo
e lo vedo librarsi libero.
Quando sarà giunta la sua ora
potrà scegliere
se lasciarsi cullare dalle onde
senza clamore
senza pretese
oppure raggiungere un’isola solitaria
e lì abbandonarsi all’ultimo sonno.
Non vorrei essere come lui
vorrei essere lui.
Lucio Postacchini
Opera 4^ classificata
Un giorno di primavera
Poesia che nasce
Nel vento leggero,
In un giorno di sole
Di un marzo che muore,
Ma che inonda il campo
Di gentil primavera.
Si sente l’odore del tempo
Di passate stagioni,
D’anime assolte
E vibranti in farfalle
Che si posano lievi,
Come il passo di chi sente
L’incanto.
Luciana Battista
Opera 5^ classificata ex aequo
Provincia
Un borgo lontano
Sulla collina
Sguardi furtivi
Le sere d’estate
Strade deserte
Le sere d’inverno
La grande sequoia
Nell’alba autunnale
Il mondo racchiuso
Nel nostro giardino
I giorni e le notti
Che scorrono uguali
Sete di vita e di altrove
L’urgenza di crescere
E andare lontano…
Rosanna Bianchi
Opera 5^ classificata ex aequo
Tempi di guerra
Bimbo che insegui una farfalla
e accarezzi la vita,
non guardare l’orizzonte di fumo
che cancella il giorno,
sono nuvole nere dove nascosti
giocano i pensieri
non ascoltare il fragore dei tuoni
che spezza il tuo sonno,
sono i suoni del cielo
che rincorrono i sogni
non tremare se l’aria si gonfia di grigio
e ti arruffa i capelli,
è la voce del vento
che racconta il suo viaggio
non avere paura
verrà l’Arcobaleno
Cassandra Serantoni
Opera 7^ classificata
ltalena
Ieri sembravo stare meglio
Ma oggi le lacrime hanno lo stesso sapore
Degli ultimi tempi
Un vuoto che ha un solo nome
Un peso che ha un solo valore
So di saper amare
Ma non ho la forza di farlo di nuovo
Che ne sarà di me?
Giulia Mansueto
Opera 8^ classificata
Vischio
A volte la salvezza
Arriva
A tentoni
A spizzichi e bocconi.
Si diffonde piano piano
Come il vischio:
Da uno all’altro ramo.
Claudio Galli
Opera 9^ classificata
Piumone a giugno
Dalle persiane l’odore, l’estate è alle porte.
Al mio fianco riposi e vibri forte,
così forte che io vibro di te,
così forte che non lasci dormire me.
È possibile di questo fare senza?
Con te riconosco la mia frequenza,
percepisco il mio suono,
rivedo la persona che realmente sono.
Appartengo al vostro mondo,
come voi non sono piatto, ma tondo.
Quando lo accetterò in sostanza?
Sostanza: sos in questa stanza.
Se non ci uniamo il letto continuerà a danzare,
per avvicinarci là dove cerchiamo di non andare.
Fuori è fresco, anche se non è stagione,
fuoco invece qui, sotto il piumone.
Ti va di ballare con me?
Tra poche ore ci separeremo e sai perché.
Gli uccellini ci fanno da complesso,
te lo richiedo, ti va di ballare con me lo stesso?
Vittorio Di Ruocco
Opera 10^ classificata
Gli alberi sono spogli di speranza
Dedicata ad Alina, una giovane donna ucraina uccisa durante un bombardamento russo su Kharkiv mentre prestava soccorso ad un bambino ferito
Adesso tu cammini a passi stenti
tra vortici di lucida follia
nel fuoco inestinguibile dell’odio
sotto la neve che nasconde il cielo.
Lo sguardo è spalancato sul tramonto
trafitto dalle luminose stelle
sganciate da sparvieri di metallo.
L’esercito nemico è a pochi passi
nascosto dal silenzio della notte
dall’urlo muto delle tue parole
nel buio della speranza che svanisce.
Gli alberi sono spogli di speranza
non hanno foglie, le ha staccate il vento
non hanno rami, li ha bruciati il fuoco
non hanno vita, l’ha distrutta il Male.
E non ha più radici l’esistenza
travolta dalla furia del terrore
dall’orgia incontinente del potere.
All’improvviso tutto l’universo
sembra sparire dentro un buco nero
nel cieco abisso dell’intolleranza
nell’orrido della sopraffazione
nel bieco sogno dell’annientamento.
Ma non c’è più paura nei tuoi occhi
l’ha cancellata l’urlo della morte
caduta come un lampo tra la gente
a dissanguare teneri sorrisi
a trascinare anime indifese
nel folle mondo della crudeltà.
Vincenzina Votta
Opera 1^ classificata Poesia Dialetto Lucano
A’ primavera
Stamatina ben priest
Han tuzzulat a finestra
Era nu ragg r sol, ca vulia tras inda a casa
P ric na cosa:
“guarda a natura, è arrivata a primavera!!!!”
Allora m’ so affacciat fora
e m’ so incantata sola sola:
i stell so sces ra a u ciel, e na pianta r ginestra hanna illuminat
Vec inda nu prat , ca accumenzn a cammnà, i fiur appena nat
Si auz a cap m’ rend cont
ca nu culor delicat, nu mandorl a mprufumat.
inda u silenzii r sta matina
S sent u cant r nu canarin
ca sopa a nu ram, cu tant amor,
fac nu nir, p i criatur.
Chi meraviglia!!!
Cu a vocca piglia, erva, ram e fogl
E fac nu mscugl
Tutt ndrcciat
Chin r cura e sntment
Cum sul chi vol chi vol ben, sap fa.
Ch poc cos, ha fatt na casa , addò a famiglia pot stà.
Nu vient delicat
naca u nir senz r s fas sent
e canta na ninna nanna pa vita appena nata
È proprii ver, nu nir senza amor
È cumm a na primavera senza fiur
Semb e sul viern indo o cor
Pur inda a fnestra r u ciel, na nuvola ca stai p passà
s’incantata a guardà
S mett a chiang p l’emozion!!!
E na goccia
m car n faccia,
ra l’uocch scenn
ca so accecat ra a luc r a primavera
E ra a meraviglia ra vita e ra natura.
Piera Caivano
Opera 2^ classificata Poesia Dialetto Lucano
I Lucani
I Lucani
so gend strana
p niend li vid cundend
e semb p niend li vid p lu muss n’derr.
I Lucani
so nu popol curius
portn nfacc i rasch
d na aier trist
e sop i spadd
u pes d na storia
fatt d valigg d carton,
miseria, fam, servitù,
lott contadin e d lu sdor d la campagna.
I Lucani
so gend can nun parl assai
e s dai semb da fa;
si quann vai for
p ind i terr ved nu fior
stai attient a nu lu carpià
e si n’ciel ved nu tramont
s’ingand a guardà.
A dimostrazione
ca ai Lucani
l’abbast nient p ghess cuntend
na stizz di vin o
na stizz d cafè
nu piatt di fusidd
na iurnat d sol
e a banda ca son p lu Sant Protettore
p s legg n’facc la cundandezza
pchè nun è o ver niend nun è niend
niend è assai.
I Lucani (Traduzione)
I Lucani / sono gente strana / per niente li vedi contenti / e sempre per niente li vedi con il muso a terra.
I Lucani / sono un popolo curioso / portano sul viso i segni
di un passato triste / e sopra le spalle / l peso di una storia / fatta di valigie di cartone, / miseria, fame, servitù, / lotte contadine e del sudore della campagna.
I Lucani / sono gente silenziosa / se quando vai in campagna / camminando per i terreni vede un fiore / sta attento a non calpestarlo / e se in cielo vede un tramonto / s’incanta a guardarlo.
A dimostrazione / che ai Lucani / basta niente per essere contenti / un goccio di vino / un goccio di caffè / un piatto di fusilli / una giornata di sole / e la banda che suona per il Santo Protettore / per leggersi in faccia la contentezza / perché non è vero niente non è niente / niente è molto.